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“Come nel linguaggio pittorico il buio crea. Crea disagio, inquietudine, preoccupazione, mancanza di luce, delitti” – afferma il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese

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Come nel linguaggio pittorico – dice il critico d’arte – il buio crea. Crea disagio, inquietudine, preoccupazione, mancanza di luce, delitti. E prefigura scenari orribili.

Lontano da chi percorre le vie in auto blu, il buio crea l’ambiente ideale a chi vuole delinquere. Colpisce maggiormente la gente comune, esponendola al rischio e costringendola alla paura. È la paura per se stessi, per i propri cari.

È dover entrare in agitazione quando la sera occorre portare il cane fuori. È entrare in ansia per andare a comprare il pane. È il buio di una palermo che, indegna di una maiuscola, incute paura e limita pesantemente la libertà personale.

Nessuna restrizione alla circolazione può essere determinata da ragioni politiche, avverte la Costituzione italiana, che tuttavia non contempla l’irragionevolezza né la muta strafottenza o incapacità degli amministratori locali di sempre.

Al buio e insicure, per residenti e turisti, sono perfino le strade di notevole importanza turistica come il Corso Calatafimi, nel tratto da Via Paruta a piazza Indipendenza, dove sono ubicati monumenti di statura millenaria come da un lato la Cuba sottana (1180), la Villa Di Napoli (o Cuba soprana) (1180), la Chiesa di Santa Maria della Speranza (XIII secolo), la Chiesa della Madonna dei Rimedi (XIII secolo), il Convento dei Cappuccini (XVI secolo), la Chiesa di Santa Maria della Pace (XVI secolo), il Palazzo della Cuba (o Castello della Cuba) (1180), la Necropoli Punica di Palermo (VII-III secolo a.C.) e, proseguendo, nella parte alta, il monumento per eccellenza: Monreale, sede arcivescovile con la sua cattedrale dichiarata nel 2015 Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO; per non parlare dell’altro lato con la sua Piazza Indipendenza, Porta Nuova e il Palazzo dei Normanni, la più antica residenza reale d’Europa.

Tutto rigorosamente al buio totale, o con illuminazione da costante pericolo per tutti: residenti, turisti e passanti per caso, eccetto che nei momenti di transito d’illustri politici romani.

Lontano da quella luce straordinaria che apre gli intelletti e le coscienze alla percezione del vero suscitando bellezza, ispirazione, idee, comunione e sentimenti, il buio uccide, è una violenza psicologica, che isola. È mortificazione dell’anima e dell’umore sociale.

Auspico altre prospettive di lavoro politico nazionale, da destinare a chi è chiamato a condurre ogni città del Bel Paese, con coerenza alla Costituzione e chiara grammatica politica.

Al meglio non c’è mai fine, e noi, con carica sentitamente umana, siamo, come dobbiamo essere, una civiltà in costante miglioramento – conclude Paolo Battaglia La Terra Borgese.

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Dir. artistica Emanuela Petroni
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